La condizione umana

28 marzo 2020: in pieno periodo di distanziamento sociale per la pandemia di Covid 19.

Quale periodo migliore per riflette sulla condizione umana? In molti pensiamo che nulla sarà più come prima, in molti lo speriamo. Avremo effettivamente imparato qualcosa?

In questo momento temo che un qualsiasi membro della mia famiglia si possa ammalare, anche non per l’infezione del virus, e non possa essere curato nel migliore dei modi a causa del collasso delle strutture sanitarie. Temo per gli amici infermieri e mi addolora che tanti operatori sanitari non siano riusciti a proteggersi dall’epidemia; temo anche per gli amici, titolari di partita IVA, ormai fermi da settimane e per tutti quanti noi, che ci troveremo in condizioni economiche sicuramente peggiori, quando distoglieremo il pensiero dalla paura del contagio.

Non ho mai condiviso l’hashtag #andratuttobene, perché lo ritengo un’offesa verso coloro i quali abbiano perso un familiare o verso coloro ai quali nulla sta andando bene. Temo che il distanziamento sociale abbia già creato problemi psicologici oltre che economici: chiusi in casa, dipende da che metratura hai a disposizione, da quali possibilità di distrazione ti puoi permettere e purtroppo anche dai familiari con cui convivi oppure dalla capacità di gestire la prolungata solitudine dell’abitare da soli.

Ed è da solo, nella sua boccia, il pesciolino rosso de “La condizione umana” e guarda sconsolato il laghetto che si trova appena al di là del vetro. Questa piccola tela, 40x30cm, dell’aprile 2019, è nata proprio per rappresentare l’impossibilità umana di raggiungere ciò a cui si anela. È appesa su una parete di casa e, a guardarla in questi giorni, mi sembra ci ritragga nella nostra situazione attuale: costretti tra le nostre mura domestiche, mentre aspettiamo che il mondo esterno torni ad essere vivibile in sicurezza.

La condizione umana • olio su tela 40x30
L’attesa, 2017 • olio e gesso su tela 80x80

Credo che anche “L’attesa”, tela del 2017, ci descriva molto bene: terminate le possibilità di intervenire nel corso degli eventi, l’attesa di quello che accadrà ci rende incapaci di agire. Il pensiero è rivolto unicamente a ciò che è in divenire, a ciò che verrà fuori e il tempo sembra essersi fermato.

Nubi all’orizzonte, bene e male, colomba e serpente, che si contendono la maternità del futuro.

In altri momenti, rischiamo che la paura e l’angoscia prendano il sopravvento e si trasformino in rabbia verso un futuro incerto, oppure verso un remoto evento biblico, perché magari ci è stato raccontato essere l’inizio di tutti i mali. “Resa al mittente” (settembre 2016), rappresenta l’atto di coraggio, la ribellione contro un destino già scritto.

Resa al mittente • olio e gesso su tela 100x80
Urlo • acquerello su carta formato A4

L’urlo della lotta si trasforma nell’urlo di dolore di un padre che ha perso il proprio figlio: non dimentichiamo i conflitti in corso! Acquerello del dicembre 2016.

Chiusi in casa in attesa di una soluzione, cerchiamo di rimanere in contatto con il mondo esterno tramite internet e i social. Ancora di più adesso che in qualsiasi momento è necessario saper individuare le informazioni serie dalle fantasie. “Socia light” dell’ottobre 2017, affronta questo argomento facendo un parallelismo con la doppia natura della luce: onde e corpuscoli, informazione e idiozia.

Nell’aprile 2019, la tela è stata completata con una cornice in legno dipinta con smalto, che è diventata parte integrante dell’opera, simulando le sbarre di una prigione.

La tela è così diventata la rappresentazione della dipendenza patologica dalla vita virtuale, creata dai social, nonché un’immagine che rimanda al senso di prigionia, creato dal cyber bullismo.

Social light • olio e gesso su tela 35x50
Pietra su pietra • olio e gesso su tela 50x70

Pietra su pietra” (agosto 2018) è nata come omaggio a tutti i manovali, schiavi o uomini liberi, che nei secoli passati hanno permesso con il loro sacrificio (a volte anche estremo) di realizzare opere monumentali religiose o laiche, cattedrali o castelli, che ancora oggi possiamo ammirare. Ognuna di quelle pietre, la parte concreta della costruzione, è intrisa della spiritualità dell’uomo che l’ha innalzata.

Oggi la dedico a tutto il personale sanitario e a tutti coloro che si stanno prodigando per la nostra salute, la nostra sicurezza e per i nostri approvvigionamenti, correndo un reale rischio in ogni momento.

In “Costruttori di un Mondo nuovo” due bambini sono impegnati con il gioco delle costruzioni e stanno dando forma al pianeta Terra. L’ho ideata per l’occasione della manifestazione dei Lego, tenutasi a Grugliasco (TO) l’11 e il 12 gennaio, e ho così iniziato il nuovo anno 2020 con una tela piena di speranza: nella collaborazione di quei due bambini, c’è la volontà di creare un mondo migliore.

Mai avrei pensato che, soltanto poche settimane più tardi, un mondo nuovo avrebbe cercato di costruirsi indipendentemente e a spese dell’umanità.

Costruttori di un mondo nuovo • olio su tela 60x60
In volo • acquerello su cartoncino 34,5x25,5

L’acquerello “In volo”, dell’agosto 2019, sarebbe dovuto essere l’immagine dell’edizione 2020 del Concorso Artistico Nazionale diversamente UGUALI, organizzato dall’Associazione Culturale Il Cielo Capovolto, ma, a causa della pandemia, l’edizione è stata prorogata fino al 2021.

Era nato come rappresentazione di un messaggio di uguaglianza: l’umanità intera, con tutte le differenze che ci rendono unici, rivolta verso un’unica meta, come lo stormo di fenicotteri che ho dipinto.

Adesso lo voglio considerare un messaggio di speranza, affinché presto possiamo tornare a volare liberi.

invia il tuo messaggio

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Small C Popup.png

Iscriviti alla nostra newsletter