Licia Guiati nasce a Modena il 26 Maggio 1961. Un paio di giorni dopo, un avvocato di Londra, lancia sulla rivista “The Observer”, una campagna di sensibilizzazione in favore di due giovani ingiustamente arrestati a Lisbona. Quella campagna  farà nascere “Amnesty International”.

Chissà se c’entra qualcosa col senso di giustizia che da sempre caratterizza la Guiati, chissà se ha qualcosa a che fare con la professione che caparbiamente ha scelto di svolgere fin dal 1981 (educatrice nei servizi extrascolastici).

Ma no, ciò che ha inciso nella sua crescita personale, oltre al clima culturale di quei tempi, sono le persone che ha conosciuto, in primo luogo quelle appena “liberate” dalla legge Basaglia.

E comunque le sono sempre piaciuti i racconti, sarà che si viveva senza Internet e la TV era somministrata col contagocce, sarà che gli adulti avevano memoria e desiderio di raccontare le loro vite ai bambini, ma la Guiati ha sempre aguzzato le orecchie. E vagato con la fantasia. Inventava e parlava, parlava soprattutto con l’amico immaginario (deceduto solo quando entrambi avevano oltre 11 anni). Più di tutto è affezionata al ricordo che, come un seme, le ha piantato sua madre in testa: “mangiavo  ciliegie quando sei nata tu”. Le fa sempre un gran piacere pensarla in un prato verdissimo e puntinato di rosso.

Le ciliegie sono da sempre il frutto preferito della Guiati, ma, s’intende, lei ama anche tante altre cose. La sua famiglia ad esempio, e la nipotina Giorgia. E poi camminare in montagna, e leggere e scrivere. Ha sempre dichiarato che i racconti sgorgano dall’impossibilità di serbare in sé tutte le storie con cui viene a contatto ogni giorno. Chissà se è vero. Quel che salta agli occhi, in ogni caso, è che c’è un ragno che la guida nei suoi scritti (alcuni dei quali ancora ben conservati nei cassetti), un ragno che tesse un filo che conduce alla famiglia, ai rapporti tra genitori e figli e tra uomo e donna, alla solitudine, all’amore, alle differenze e alle discriminazioni.