I caffè letterari

a cura di Sonia Etere

 

A volte mi capita di immaginare i luoghi in cui le opere d’arte sono nate, dove hanno preso vita le idee, dove nasce la gioia illuminante di un progetto, di un sogno, di qualcosa che vibra dapprima e poi entra nel magico contenitore delle possibilità. Penso con un sorriso a quei caffè letterari in cui grandi scrittori, filosofi, artisti, drammaturghi s’incontravano facendo di un tavolo un ufficio, tra il sorso di un caffè o di altra bevanda, esprimevano un pensiero su un foglio prima di allora senza fama, che diventava magari la prima traccia di un capolavoro, di ciò che avrebbe fatto riflettere, emozionare generazioni intere. Ogni cosa di grande valore nasce nell’intimo e prende sostanza, intensità tra la gente.

I caffè letterari furono una moda, un rito, divennero un mito. Immagino i loro clienti, poi diventati famosi e unici, indimenticabili, come personaggi eccentrici, in quale modo rivoluzionari, liberi, fuori da ogni schema convenzionale e per questo ai miei occhi affascinanti.

Il mito di questi storici caffè ha resistito al tempo e alle mode diverse.

Diversi anni fa sono stata al caffè Florian del 1720 a Venezia, l’atmosfera coglie i pensieri romantici e curiosi, i pensieri che si emozionano e ti portano lontano tra le parole dette tra i tavoli, tra i fogli con una frase scritta per non essere dimenticata, ti pare di vedere i personaggi a sorseggiare caffè, condividere un desiderio, un pensiero, una convinzione  o solo stare lì in attesa che l’idea si faccia più chiara, nel silenzio creativo che cerca tempo, rispetto, attesa. Pare di vedere seduti tra i tavoli: Carlo Goldoni, Giacomo Casanova, Ugo Foscolo, Goethe, Charles Dickens, Marcel Proust.

A Roma abbiamo l’antico Caffè Greco in via Condotti, fondato nel 1760, oggi è un elegante locale con arredamento dell’800, si respira il bello, la storia vissuta che ti entra nel respiro tra l’aroma di caffè. Andersen, Wagner, D’Annunzio, Leopardi, Delaroche… Gogol scrisse tra quei tavoli, buona parte delle sue “Anime morte“.  De Chirico, Guttuso amarono fermarsi in questo caffè. Nel 1976 Guttuso dipinse il “Caffè Greco“.

In questi caffè storici nascevano amicizie, amori, sodalizi, collaborazioni, condivisioni e si godeva della dolcezza di momenti di riposo, della nascita di vari movimenti creativi che si fondevano l’uno nell’altro. Erano queste idee libere ad essere le vere protagoniste dell’atmosfera magica di questi luoghi.

Sono affascinata dalla personalità, dal pensiero e dalla vita di due grandi della letteratura e della filosofia francese: Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir, loro frequentavano e scrivevano tra i tavoli del “Café de Flore“, qui nacquero “Le mosche“, “L’Essere e il nulla“, “L’inviata“. Era la Parigi degli anni 20-30.

Eh sì, locali affascinanti, menti affascinanti, idee come farfalle senza catene. Ogni capolavoro nasce libero. Anche noi, ognuno di noi si può affascinare al volo leggero e senza sosta della cultura, della curiosità di ciò che ci meraviglia e ci lascia senza respiro, di ciò che ci ha preceduto e di ciò che all’apparenza insignificante palpita di possibilità, magari lungo la strada che percorriamo ogni giorno. Basta guardare un po’ meglio, un po’ con meno fretta.

invia il tuo messaggio

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Small C Popup.png

Iscriviti alla nostra newsletter