Il colibrì

Sandro Veronesi

Leggere “Il colibrì” è stato come entrare in una scrittura ricca ed avvincente che ti inchioda al testo dalla prima all’ultima pagina. Vorresti che la storia non finisse mai, per andare oltre, per restare al fianco del protagonista in un crescendo emotivo che si fa commozione, lacrime. Sandro Veronesi incanta con un romanzo (vincitore del Premio Strega 2020) agile, profondo e in perenne movimento. È un susseguirsi di storie che corrono lungo un ampio asse temporale. Sono voli che abbracciano l’intera vita dei vari personaggi proposti. Tutto accade con grande coinvolgimento sentimentale del lettore; non potrebbe essere diversamente.

Il colibrì è Marco Carrera. Viene collocato al centro della costruzione narrativa di Veronesi. È un medico (oculista) che vive una condizione in continua ed inarrestabile evoluzione senza, tuttavia, mai precipitare. È presente una sorta di invisibile salvezza, un paracadute umano, emotivo che preserva il destino del dottor Carrera.

Come il colibrì riuscirà, in maniera naturale, a mettere la sua energia nel restare fermo, immobile. Sarà un vivere la vita, pur con le sue difficoltà, con intelligenza, pazienza; imparando da ogni esperienza (positiva o negativa) per correggere la rotta, il volo. È un far tesoro, capire, sopravvivere e, perché no, rinascere.

Marco Carrera proviene da una famiglia borghese. Ha capito con eccessivo ritardo che i suoi genitori (Probo, padre ingegnere, Letizia, madre architetto) si sono disamorati troppo presto, celando, ingenuamente, la fine di un rapporto ormai stanco. Era diventata una relazione a senso unico, disequilibrata, dove l’unico a provare ancora sentimenti silenziosi era il padre. Ha un fratello, Giacomo, e una sorella, Irene. Vivono tra Firenze e Bolgheri, la casa del mare.

La narrazione abbraccia un arco temporale di circa sessanta anni e in questo tempo tutto accade. Il romanzo è ricco di curiosità, è suggestivo, a tratti geniale. Marco Carrera, da adolescente, era molto più basso dei suoi coetanei. Per questo la madre lo chiama “Il colibrì”. Grazie ad una cura sperimentale crescerà di colpo per avere un’altezza normale. Ama gli sport e il gioco d’azzardo. Riesce molto bene nel tennis e nello sci.

Da sempre è innamorato di Luisa Lattes che vive a Parigi ma vicina di casa nelle estati a Bolgheri. Il loro resterà un amore unico, puro, moderatamente dichiarato, non vissuto… in qualche modo eterno. Sarà un amore provato sulle intense parole di lettere struggenti che si susseguono negli anni. È un amore casto fatto di sguardi silenziosi, di speranze solo pensate, di sogni naufragati. Marco Carrera sposerà Marian Molitor e avrà Adele, unica figlia.

Sandro Veronesi è attento nel proporre un destino bizzarro e singolare in cui gli accadimenti si alternano tra momenti terribili, tremendi e situazioni salvifiche. Marco si salverà da un disastro aereo ma subirà, in seguito, delle gravi perdite; lutti orribili che distruggerebbero chiunque. Sembra un predestinato, collocato in una dimensione troppo grande a cui non può sottrarsi. Subisce ma non cade. Suo malgrado vivrà i suoi eventi con il coraggio degli onesti, con l’integrità degli uomini puri di cuore. All’occorrenza resta immobile nello scorrere del tempo per poi muovere nuovamente i tasselli della sua vita. “Per andare dove non sai, devi passare per dove non sai”.

L’autore propone capitoli nella piacevolezza di una lettura potente e carica di pathos. Ci sono passaggi lunghi, descrizioni ampie che tengono il lettore con il fiato sospeso e chiedono “l’oltre”. E poi ci sono le chiusure brevi, secche, decise che producono piacere e meraviglia; “Visto, papà? Si comincia bene. L’Uomo del Futuro è una donna”.

C’è un mondo intero nel romanzo, esistenze che terminano ma che danno luogo a nuovi spunti di vita da vivere. Una sorta di speranza sotterranea, forte, tenace, pronta a riemergere tra i disastri della vita. C’è sempre il “Nuovo” che attende, quasi fosse un’Araba Fenice capace di vincere anche la morte.

Ed è proprio questo l’elevato, sublime messaggio di Sandro Veronesi… la speranza di un mondo migliore, di un futuro meno scuro. Vivrà nel nome di una bambina, Miraijin, e sarà la potente forza di una nuova esistenza… sarà l’uomo nuovo. Una lettura che non può che essere consigliata a chi ama la bella scrittura.

Sandro Veronesi è nato a Firenze nel 1959. È un architetto ed ha pubblicato, negli anni, diversi romanzi: Per dove parte questo treno allegro (1988), Gli sfiorati (1990), Occhio per occhio. La pena di morte in quattro storie (1992), Venite venite B-52 (1995), Live (1996), La forza del passato (2000), vincitore del Premio Campiello e del Premio Viareggio, Ring City (2001), Superalbo (2002), No Man’s Land (2003), Caos calmo (2005), vincitore del Premio Strega, Brucia Troia (2007), XY (2010), Vincitore del Premio Superflaiano, Baci scagliati altrove (2012), Viaggi e viaggetti (2013), Terre rare (2014), vincitore del Premio Bagutta, Non dirlo. Il Vangelo di Marco (2015), Un Dio ti guarda (2016), Cani d’estate (2018). Con Il colibrì vince di nuovo il Premio Strega. Tradotto in 27 lingue, viene portato sul grande schermo da Francesca Archibugi. Nel 2023 pubblica, con Edoardo De Angelis, Comandante. Collabora con diversi quotidiani e con alcune riviste letterarie. Ha cinque figli e vive a Roma.  

Titolo: Il colibrì
Autore: Sandro Veronesi
Editore: La nave di Teseo
Pubblicazione: 2019
Pag.: 366
Costo: euro 19,00      

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