Il filo nella notte

di Sonia Etere

Un gomitolo di lana fra le zampe del cagnolino si trasforma in una matassa informe, inutile.

Inizia così “Il filo nella notte”, il quarto romanzo di Sonia Etere. Un groviglio di fili attorcigliati su se stessi. Il caos che t’imprigiona senza darti via d’uscita.
La notte è silenzio, buio, solitudine…
Tornare nella casa natia, dove tutto ha inizio, ritrovare il filo, dargli respiro, libertà, speranza; allargare ogni intreccio per liberare, sciogliere ogni nodo. Ci vuole tempo!
La notte è tempo da concederci, un tempo recuperato, non sprecato; il tempo per un viaggio alla ricerca di quell’io bambino conservato dentro di noi anche se nascosto, dimenticato.

Nessuno ci insegna che il tempo si usa anche per pensare, per riflettere, per amarlo […] e lasciare che lui ti ami, si prenda cura di te.

Viviamo inseguendo l’armonia con noi stessi e il mondo che ci circonda, eppure siamo nati e cresciuti conoscendo quella pace, l’abbiamo vissuta, ci abbiamo giocato, interagito. Il bambino sa vivere il tempo, lo assapora, annusa, tocca, respira, ci cammina dentro invece di occuparlo, lo rispetta. Da adulti ce ne scordiamo, non ci concediamo di tornare ai ricordi per timore di essere deboli, per difenderci. Costruiamo un distacco fra l’io adulto e l’io bambino, facendoci del male, perdendoci. Gli adulti dimenticano lo scorrere del tempo.

Il filo nella notte” è l’invito ad un viaggio, il ritorno al viaggio dell’infanzia, quando la 1100 del nonno era talmente accogliente d’aver posto per tutti, poco importava la meta quando i panini alla frittata avevano il sapore della protezione. Quando bastava poco per avere tanto.
Un romanzo, un saggio, un’auto-biografia. Ogni parola scritta è un’emozione vissuta sulla propria pelle, riconosciuta, ritrovata che Sonia ci regala come indicazione di una via esplorabile, percorribile.

Ritornare a casa e ritrovare nostra madre seduta in cucina, concederci/concederle il tempo di un abbraccio, l’attesa di una mela sbucciata con lentezza, dove si toglie solo ciò che non è buono e gli spicchi sono perfettamente uguali, quando il cibo diventa nutrizione che passa da una madre ad una figlia. Superare il pudore di rifletterci nei suoi occhi, di riscoprirci simili più di quanto abbiamo mai pensato. Perché tua madre è lì, anche oggi, è lì che ti aspetta, aspetta di vederti finalmente serena. In ognuno di noi è conservata una voce, una parola, un suono, una carezza che ci ha fatto sentire amati, dobbiamo darci il tempo di ritrovarla nella piega più profonda di noi stessi, di riviverla. Riassaporare il senso, il tatto, il profumo, la bellezza di quel filo tra le nostre dita; un filo che ci rende ancorati, solidi, ricchi di ricordi, giochi ritrovati, sentimenti vissuti, strade percorribili. Un filo che pian piano si libera di ogni nodo, un filo che riavvolgiamo dandogli nuova forma.
Ritrovare queste sensazioni è tornare a casa, ricordarci di vivere, è scoprire per la prima volta il blues.

Sonia ancora una volta ci incanta, con quella sua capacità d’empatia che le è naturale, sperimentata in trent’anni di professione, con le sue parole nuove dal sapore antico: quando le leggi sai che sono sempre state dentro di te ma Sonia te le ha sussurrate per fartele ascoltare.

Sonia Etere – biografia

Titolo: Il filo nella notte
Autore: Sonia Etere
Editore: Tracce
Pubblicazione: 2019
pag.: 80
Costo: € 11,00

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