La magia dei fari marini

a cura di Sonia Etere

 

I fari hanno una forza magnetica anche a vederli da vicino: sono giganti che emozionano, che commuovono. Hanno sfidato tempeste, oscurità, l’usura del tempo e spesso la dimenticanza. Restano lì guardiani della luce, guide sicure per i viandanti; ci sono, instancabili, solidi, presenti, maestosi. Incutono rispetto, regalano bellezza, fascino, resistenza, accoglienza. Guardano in alto, lontano, in un equilibrio all’apparenza fragile eppure pronti a resistere ad ogni attacco della natura, resistono finché la natura stessa non agisce con una violenza tale che resistere non si può; in tal caso resta la dignità del coraggio, dello stare, del perseverare.

I fari come uomini e donne di tenacia, di determinazione eppur di quieta accoglienza. Il loro fascio di luce che spacca le tenebre, ha salvato tante imbarcazioni dal naufragio. Il primo faro costruito è quello di Alessandria, costruito sull’isola di Pharos tra il 300 e il 280 a.C. e crollato nel 1300-1323 per un violentissimo terremoto.

I fari sono simbolo del cammino, della forza e della speranza, indicatori del buon percorso, del buon tornare, del buon viaggiare, dell’andare oltre per saper tornare. Il fascino dei fari rappresenta in un certo senso, il desiderio di imparare ad essere fari di noi stessi, di scoprire la bellezza dello sperimentare. Il faro ti lascia navigare dandoti una direzione verso il ritorno solo quando sei tu a cercarlo.

Si potrebbe fare un itinerario lungo una linea immaginaria che include la visita ad un faro, alla città che ne è parte, che ne è storia, in Italia ce ne sono tantissimi molto alti, molto belli, imponenti: si potrebbero scegliere quelli con caratteristiche che ci piacciono di più. Potremmo fare così un viaggio nella storia e nella cultura di popoli ed anche un viaggio verso i fari come portatori di Luce e scoprire dove ci potrebbe portare questo viaggio.

Il faro più alto del Mediterraneo è quello di Genova La lanterna di Zena alto 77 metri. La prima notizia certa dell’esistenza di una torre di avvistamento risale al 1128. Nel 1318 la Lanterna vide da vicino lo scontro tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1326 la torre di avvistamento venne dotata di illuminazione con lampade all’olio d’oliva, in tal modo si sostituirono i falò che si tenevano perennemente accesi sulle spiagge. Tra gli incaricati all’accensione delle lampade ed alla loro cura c’era un uomo che portava un nome che sarebbe diventato storia e leggenda: Antonio Colombo zio di Cristoforo.

Notizie affascinanti, storie affascinanti che legano questi giganti guardiani del mare alla loro gente e alla storia che insieme hanno costruito. Ciò ci fa riflettere sul fatto che dovremmo imparare a guardare quello che ci circonda con rispetto profondo: è la storia che ci viene incontro e se apriamo il cuore e la mente mentre ci avviciniamo a queste costruzioni che tanto attirano grandi e piccini, potremmo vederli gli uomini che accendono le lampade, che hanno cura che tutto sia fatto al meglio; potremmo ascoltare i loro comandi, le loro speranze, la loro voglia di tornare a casa dopo tante ore di attenzione e di lavoro e li potremmo immaginare con vestiti diversi dai nostri, con dei visi forse un po’ diversi, forse, mantenendo la stessa meraviglia per la storia che passa, per le cose che si modificano, per la gioia di un lavoro portato a termine bene.

Il viaggiare è Cultura, è essa stessa che ti viene incontro, basta saperla vedere senza scartarla o deriderla o oltrepassarla con indifferenza. La storia è un cammino di conoscenza che non si ferma mai, la storia di ciò che conosciamo s’intreccia ogni volta con la nostra storia, con ciò che siamo, con ciò che saremo. È una bella avventura la Conoscenza.

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