La Mennullara

di Simonetta Agnello Hornby

Con “La Mennulara”, Simonetta Agnello Hornby ci dona un romanzo suggestivo è coinvolgente. Una scrittura intensa ed emozionante che, a tratti, sfiora i colori del giallo.

Siamo negli anni 60, in Sicilia; il dott. Mendicò viene chiamato per certificare la morte di una paziente. Non è una donna qualsiasi; è Maria Rosalia Inzerillo detta “La Mennulara”, amministratrice e donna di fiducia della famiglia Alfallipe. Trascina con il suo destino un tempo misterioso al punto da arrogarsi il diritto di dettare le parole del necrologio. La famiglia vorrebbe vivere quasi con distacco questa assenza ma è cosciente del coinvolgimento totale con la sorte della persona, scomparsa, che era ben altro che una semplice donna di servizio. Adriana (vedova di Orazio Alfallipe) e i figli Gianni, Lilla, Carmela, non potranno sottrarsi al sottile e indistruttibile legame con chi è stata serva, amministratrice, fedele e perenne presenza votata al bene della nobile famiglia.

Nelle pagine del romanzo, ho trovato un’agile narrazione che prepara il campo rendendo la lettura attenta e curiosa. Gradevole è l’uso, nei colloqui, delle costruzioni verbali tipicamente siciliane. Certamente meraviglioso è l’alone di mistero costruito intorno alla figura della Mennulara. Nel piccolo borgo, ogni abitante avrà parole e pensieri solo per questa nuova e curiosa vicenda. L’attenzione generale, di ogni ceto, sarà rubata e catturata dalla storia oscura che si nasconde intorno alla morte della donna. E pensare che gli Alfallipe erano stati sempre criticati per aver avuto, comunque con una serva, un rapporto di eccessiva dimestichezza e dipendenza. L’avvocato Orazio, morto da tempo, aveva sempre apprezzato i servizi della Mennullara considerandola, senza troppo indugi, il Lare della famiglia. Dopo la sua morte, infatti, questa donna fedele, si era caricato il non agevole onere di accudire la vedova dell’avvocato-padrone, accogliendola nella sua modesta dimora visto l’immorale scontato abbandono da parte dei tre figli. Fedele fino in fondo; fino alla morte. Questo era stato il destino della Mennulara.

Riconosco all’autrice l’estrema bravura di condurre, nella scena narrativa, tutta una serie di personaggi interessanti che racconteranno la storia alimentando, ad arte, un mistero che cresce nella bellezza della lettura del romanzo. I nobili di Roccacolomba interverranno, con silenzio e discrezione, per disporre le tessere di un puzzle dal sapore antico. Analoga azione sarà svolta dagli abitanti più umili ma comunque coinvolti nella vicenda. Qua e la, si percepisce anche la presenza fugace di un uomo mafioso. Un parlare discreto e quasi silenzioso; tutti sanno e parlano, senza clamori ne grida. Una storia ricostruita nei contorni di un giallo che si snoda tra le nebbie di un mistero. Chi è la Mennullara? Dove è nascosta la presunta ricchezza accumulata dalla donna per conto della famiglia Alfallipe? Quali sono i profondi legami con i suoi padroni? Con grande saggezza, Simonetta Agnello Hornby dipinge il suo affresco e muove le vite dei suoi protagonisti. La narrazione si colora e appaiono le verità nascoste. Si entra in un percorso carico di passioni e deliri, dove le descrizioni appagano sicuramente la sete del lettore che non può non essere sempre più coinvolto nell’avanzare della lettura. Ogni pagina richiama la precedente e attira la successiva. In un crescendo emotivo, si scoprirà che la Mennulara, nonostante il suo carattere chiuso e duro, aveva una grande anima sensibile. Una donna che, a dispetto delle umili origini, era dotata di grande intelligenza e cultura acquisita nel silenzio di una vita votata ai padroni, certamente “inferiori”, ma pur sempre padroni. Una donna che ha rispettato fino alla morte il suo destino, anche dopo aver reso muti i sentimenti più nobili e profondi. In tutta la storia, una sola persona aveva conosciuto la straordinaria bellezza interiore della Mennullara e lei, con sacrificio e dedizione, aveva ricambiato donando tutta se stessa al servizio degli altri. Altruismo, amore, rispetto, devozione… questo era stato nella sua vita.

Un grande romanzo reso ancora più bello dalla sublime ambientazione. Una lettura che non può non appartenerci.

Simonetta Agnello Hornby è nata e vissuta in Sicilia; consegue nel 1967 il dottorato in giurisprudenza. Vive a Londra dal 1972 dove si occupa, prevalentemente, delle comunità immigrate musulmane e nere. Con il romanzo d’esordio “La Mennulara”, bestseller tradotto in 19 lingue, ha ricevuto il “Premio Letterario Forte Village“; ha vinto il “Premio Stresa di Narrativa” e il “Premio Alassio 100 libri – Un autore per l’Europa“. Segnaliamo anche gli altri romanzi come “La zia marchesa” (2004), “Boccamurata” (2007), “Vento scomposto” (2009), “La monaca” (2010), “Il veleno dell’oleandro” (2013), etc.

Titolo: La Menullara
Autrice: Simonetta Agnello Hornby
Editore: Feltrinelli
Pubblicazione: 2002
pag.: 208
Costo: € 7,50

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