Neve

di Orhan Pamuk

Avevo già avuto modo di apprezzare “Neve” di Maxence Fermine; un piccolo libro in cui si narra di Yuko, un giovane poeta giapponese che racconta la bellezza e il candore della neve attraverso i suoi haiku.

Leggere “Neve” di Orhan Pamuk ha significato, per me, entrare in un grande romanzo che affonda le radici in temi attuali e importanti. Non a caso, nell’anno 2006 viene conferito a Pamuk il Premio Nobel per la Letteratura.

Kerim Alakusoglu è un poeta turco, esiliato in Germania per motivi politici. È un nome difficile, non gradito; preferirà farsi chiamare Ka, le prime lettere del suo nome. Viene incaricato, come giornalista e osservatore, di recarsi a Kars, una città nella parte più orientale della Turchia. In questi luoghi, oltre alle imminenti votazioni, è stata registrata una strana epidemia di suicidi che ha coinvolto alcune ragazze musulmane contrarie ad abbandonare il velo che copriva i loro capelli. Il viaggio, come la permanenza in città, è caratterizzato da una neve silenziosa capace di cancellare ogni traccia visibile e ogni rumore. Ka si muoverà in questo clima di profonda incertezza ma di grande candore e purezza.

Nel romanzo si percepisce una scrittura fluida e coinvolgente. A Pamuk riconosco la bravura di aver condensato, in quattro giorni di permanenza a Kars, tutta la storia recente della Turchia. Volutamente la narrazione è costruita in una città ai margini, luoghi un po’ arretrati e quasi dimenticati. Qui si consuma il dramma dei suicidi di alcune ragazze musulmane, ghettizzate e discriminate perché convinte sostenitrici di un profondo credo religioso. Per ritorsione, il rettore dell’università che proibiva di indossare il velo, sarà ucciso.

Il protagonista osserva queste vicende, sentendosi quasi smarrito in una realtà comunque ovattata dalla perenne presenza di una neve di fatto viva e quasi compagna di viaggio. A Kars accadrà di tutto. Un isolato colpo di stato movimenterà un quadro politico incerto per dare indicazioni sugli esiti elettorali. Il controllo pressoché totale di stampa e televisione, mostrerà la mano forte di chi si prepara a gestire un futuro, forse, fatto di miseria e ricordi di un passato glorioso ormai dimenticato. L’istinto e la passione religiosa vivranno momenti di grande incertezza, sospesi tra una contestata cultura occidentale e una radicata dignità islamica. I vari personaggi si muovono, con ordine abilmente scomposto, su uno sfondo quasi irreale; Blu, Ipek, Kadife, il Signor Turgut e gli altri, ognuno con la propria esistenza, lasceranno orme indelebili sul tappeto di neve alimentato, ad arte, dall’autore.

Ci sono vite che si accavallano, destini che si incrociano, dubbi che si alimentano fino a rendere proficua e viva un’ispirata scrittura, quella che sfocerà nelle poesie di Ka. Attraverso gli incontri-intervista che il protagonista vivrà nella città di Kars, Pamuk rende e palesa la storia recente del suo paese. Con grande capacità letteraria e narrativa, condensa, denuncia, mostra e racconta fenomeni politici, religiosi, etnici, storici. Ci sono i sogni, le speranze ma anche lo smarrimento e l’abbandono. Ci sarà spazio anche per un amore travagliato e quasi impossibile; quello tra Ka e Ipek (donna forte e intelligente, con un destino sospeso tra radicate tradizioni e sognate future libertà). In questo clima di bella narrazione, la neve è elevata al ruolo di vera protagonista. Il fiocco di neve, così ben analizzato da Ka, diverrà il quadro architettonico di un sistema ordinato di poesie che solo Kars, con il suo manto silenzioso e con le sue agitate vicende, saprà ispirare. Il poeta si scoprirà inaspettatamente proficuo e mai così poeticamente vivo.

Sono trascorsi appena quattro giorni… tutto è compiuto! Nel finale entra in scena lo stesso autore. A distanza di anni, in qualità di amico di uno scomparso Ka, andrà a rimettere a posto le storie vissute e narrate. Attraverso le parole di uno dei personaggi, ci dirà che nessuno può capire, fino in fondo, stando lontano. Un po’ come dire che la storia e i destini appartengono a chi li vive nei luoghi vissuti. Non a caso, Pamuk ci racconta la sua Turchia. Un romanzo che prende e cattura il lettore. Un libro da leggere, con attenzione, e approfondire; una narrazione che apre gli occhi su alcune realtà spesso ignorate e dimenticate.

Titolo: Neve
Autore: Orhan Pamuk
Editore: Einaudi
Pubblicazione: 2007
pag.: 468
Costo: € 11,90

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