Neve

Maxence Fermine

Anni fa ho avuto modo di scoprire gli haiku. L’haiku è un componimento poetico, breve, che nasce in Giappone. È composto da tre versi ed è una scrittura diretta, immediata, semplice e senza titolo. Si può considerare uno scritto popolare che non ricorre a costruzioni e strutture complesse; di fondo c’è una scena rapida e intensa che scaturisce da un pensiero immediato. Un po’ come trasmettere un’immagine a un lettore affinché possa essere uno spunto da definire attraverso l’interpretazione.

Poi ho avuto la fortuna di scoprire “Neve” di Maxence Fermine; un giovane scrittore francese che, nel 1999, proprio agli haiku dedica il suo primo romanzo. L’autore ci narra la storia di Yuko, un giovane poeta giapponese che, a dispetto delle strade scelte dagli uomini della sua famiglia (militari, prelati), decide di dedicarsi alla bellezza della scrittura attraverso, appunto, la poesia. “Yuko Akita aveva due passioni. L’haiku. E la neve”. Così inizia questo meraviglioso romanzo breve. Sono proprio la neve, con il suo candore, e la poesia, con la sua carica emotiva, ad assumere il ruolo di protagonisti nella scrittura di Fermine. Lo stesso Yuko, vuole imparare a guardare il tempo che scorre attraverso la poesia. Anche la neve è poesia, una poesia di un candore smagliante. E così inizia un nuovo percorso di vita in cui cercherà di affinare e perfezionare la sua vena poetica. Yuko incontrerà il maestro Soseki per imparare la bellezza dei colori da trasmettere e calare nei suoi versi. Troverà un anziano e saggio personaggio ormai cieco ma dotato di profonda sensibilità. Poteva mai un pittore divenuto cieco, insegnare l’arte dei colori? Yuko sente di essere il poeta della neve, del candore e del bianco. Sta cercando qualcuno che insegni la magia dei colori per rendere completi i suoi versi. Scoprirà, grazie al nuovo maestro, che il colore non è all’esterno bensì dentro ogni essere umano. C’è sempre una luce interiore da scoprire. Soseki, da giovane, si era innamorato di una splendida creatura di nome Neve. Veniva da Parigi ed era una funambola; avanzava nella luce del mondo cercando di non tramutarsi in un fiocco di neve. Neve era divenuta la giovane sposa di Soseki, prima di perdere la vita tra la purezza dei ghiacci e il candore della neve; fu il filo a rompersi, forse perché mal fissato. Il suo amato arrivò a perdere la vista nel tentativo di ritrovare una bellezza ormai smarrita. Soseki riuscì, dal profondo della sue cecità, a descrivere il più intenso e candido colore bianco. Yuko lo informò di aver trovato Neve nei suoi percorsi passati e così decise di accompagnare il suo maestro tra i monti dove Soseki, finalmente, poté riavvicinarsi alla sua splendida sposa. Neve aveva ancora  intatta la sua bellezza, perfettamente conservata nel cuore della natura tra le nevi e i ghiacci perenni. Ora Soseki poteva morire felice.

Una favola meravigliosa, sospesa su un filo di neve. Una scrittura che parla al cuore navigando tra il candore del bianco e la bellezza della luce dei colori.

Proprio in questi giorni sono tornato nuovamente agli haiku. È stato un bel viaggio e per questo ringrazio un poeta abruzzese: Claudio Spinosa. Ho letto ed assorbito i suoi haiku pubblicati su twitter. Claudio è un poeta che si diletta con gli haiku e lo fa bene perché i suoi versi arrivano con la giusta purezza per lasciare al lettore l’audacia di una personale interpretazione. Ho percepito la gioia di vivere nel sogno, aspettando il tempo che attende, l’incedere, il beneficio del giorno dopo. Ho assorbito la corsa in apnea, trasportati dalla passione amorosa… fare le scale tutto d’un fiato… Ho riconosciuto il profumo delle stagioni. Ho vissuto l’agitazione che muove le emozioni del cuore. Ho osservato, in silenzio, la profonda bellezza della natura, della pioggia, della notte. Ho assorbito emozioni, perché la poesia deve darne; questo è il suo compito. Claudio Spinosa riesce a dare una personalissima interpretazione della poesia attraverso i suoi haiku. Una lettura interessante e affascinante; certamente da proporre.

Maxence Fermine è nato nel 1968 in Francia. Si trasferisce a Parigi dove studia Lettere. “Neve”, il suo primo romanzo, è stato tradotto in ben 17 lingue. Dello stesso autore: “Il violino nero”, “L’apicoltore”, “Opium”, etc.

Claudio Spinosa nasce a Sulmona nel 1974. Da tempo dona ai lettori i suoi versi suggestivi. La sua produzione poetica comprende: “Il mio dovere esserico” (2005), “Sinapsi esigenti” (2007), “Autonatura” (2008), “Uomo-Asfalto” (2010), “Il Signore Cobalto” (2011). Ha partecipato alla raccolta poetica “Vita è quest’avventura” (2007 Edizioni Pagine), “Le pagine del poeta” (2010 Edizioni Pagine) e “La ricerca poetica” (2011 Bastogi Editrice).

Titolo: Neve
Autore: Maxence Fermine
Editore: Bompiani
Pubblicazione: 2008 (prima uscita 1999)
pag.: 107
Costo: € 12,00

Titolo: Twitter haiku
Autore: Claudio Spinosa
Editore: Youcanprint
pag.: 30
Costo: € 5,00

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