Lo sguardo dell’eterno

di Pina Vecchioli

Posso dire che la scrittura è ancor più bella quando possiede la forza di riportarti indietro negli anni e farti scoprire (o riscoprire) tante cose collocate negli spazi dei ricordi o, addirittura, fino ad oggi, ignorate. È proprio ciò che ho vissuto leggendo “Lo sguardo dell’eterno”, il bel romanzo di Pina Vecchioli.

L’autrice racconta in modo semplice l’esperienza del pittore Saturnino Gatti a Tornimparte, negli anni in cui fu chiamato ad affrescare la tribuna della Chiesa di San Panfilo. Siamo alla fine del 1400, in un territorio pressoché isolato, dove gli antichi mestieri contadini e della pastorizia si tramandavano di generazione in generazione. Quasi con orgoglio e coraggio, con grandi sforzi anche finanziari, i notabili dell’epoca, a nome dell’intera popolazione, decidono di impreziosire la loro Chiesa. Non ci sono dubbi sulla scelta del pittore: i tornimpartesi vogliono il migliore! Saturnino Gatti era già un pittore affermato. Si era formato nella bottega del Verrochhio. Aveva avuto contatti con il Botticelli e Leonardo da Vinci, in una Firenze resa ancora più viva e bella dalla lungimirante guida di Lorenzo il Magnifico.

Nel libro di Pina, quindi, c’è storia vera ma anche arte ben raccontata. Ho molto apprezzato la scelta di una forma di narrazione (certamente riuscita) che traghetta gli spunti classici del saggio, in un ambito di scrittura che è tipica del romanzo storico. L’autrice, quindi, non si limita a spiegare, anche con adeguato approccio critico, le caratteristiche di una pregevole pittura che attraversa tempi ormai secolari; va ben oltre, per raccontare come il grande Pittore ha vissuto la sua esperienza di vita, a Tornimparte, negli anni del mirabile lavoro. Dalle pagine del romanzo emerge chiaramente come la gente semplice e autentica del posto, abbia accolto a braccia aperte Saturnino Gatti. Superando una proverbiale riservatezza e timidezza che vengono attribuite alle genti di montagna, i tornimpartesi si avvicinano al pittore con grande disponibilità e ospitalità. Il buon Antonio di Giacomo, appena quindicenne, diverrà il fidato aiutante del pittore. Altre persone si prodigheranno per facilitare la buona riuscita dell’incarico artistico affidato a Saturnino; Celestina si occuperà di svolgere le faccende casalinghe mentre altri artigiani del posto saranno incaricati, dal pittore stesso, per svolgere importanti lavori propedeutici alla realizzazione degli affreschi. Su tutta la narrazione, emerge la bella e leale amicizia tra Saturnino e il suo giovane aiutante. Dotato di grande intelligenza, il ragazzo vivrà un bel confronto con il Maestro al punto che quest’ultimo troverà gli spunti artistici anche nella serena e sana semplicità dei ragionamenti del giovane. Ben sapeva che la bravura di un artista sta nel saper trasmettere, attraverso la pittura, o qualsiasi altra forma d’arte, messaggi che potessero arrivare a tutti, indistintamente. Un’arte viva, che parla e arriva all’animo di chi la guarda.

L’autrice, inoltre, impreziosisce il suo romanzo con spunti filosofici che sono delle belle cornici alle storie dipinte con la sua narrazione. Il Maestro è alla ricerca di una pittura autentica, vera espressiva… proprio come la comunità che l’ha accolto con infinito affetto. È proprio nei bei luoghi montani visitati con la complicità di Tonino, nei visi espressivi e buoni dei tornimpartesi, che troverà l’unica vera ispirazione per affrescare la Chiesa di San Panfilo. Un esempio di come la vera arte, nascendo dai luoghi e dalla gente comune, ritorna agli stessi protagonisti con un carico di eternità che la rende immortale. Un bel romanzo in cui arte, storia, rapporti umani, natura, si fondono in una profonda scrittura che non può non arricchire un attento lettore. Io ho avuto molto da questa lettura e non posso che ringraziare Pina con il cuore.

Pina Vecchioni è nata e risiede a Tornimparte (AQ). Insegna Storia dell’Arte presso il Liceo Artistico di L’Aquila ed esercita la professione di architetto. È appassionata di storia, letteratura e poesia. La sua scrittura spazia su più fronti. Dal 1990, dirige il gruppo teatrale di Tornimparte per il quale ha scritto e sceneggiato molte opere dialettali. Diverse sono state le sue pubblicazioni tra cui il recente “Jure sotto la cenere”.

Titolo: Lo sguardo dell’eterno
Autore: Pina Vecchioli
Editore: Japadre
Pubblicazione: 2012
pag.: 212
Costo: € 15,00

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