The Father: nulla e’ come sembra

di Florian Zeller

Tratto dall’omonima pièce teatrale, ha ottenuto 6 candidature e vinto 2 Premi Oscar, 4 candidature a Golden Globes e diversi altri premi.

A dirigere The Father è Florian Zeller, pluripremiato romanziere, drammaturgo e regista francese. Nato nel 1979 a Picardie, è stato definito dal Times of London “il drammaturgo più emozionante dei nostri tempi”. Con più di 10 titoli teatrali importanti alle spalle, ha visto le sue opere messe in scena in più di 45 paesi diversi. The Father è di sicuro tra quelle che hanno ottenuto più successo, ottenendo lusinghiere critiche dalla stampa e riconoscimenti in mezzo mondo.

Protagonista principale è Anthony Hopkins, – Quando ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura tratta dalla mia opera – ha raccontato Zeller – il primo volto che ho avuto davanti è stato quello di Hopkins. Ho avuto sin da subito la convinzione che sarebbe stato perfetto per una parte così potente e devastante. Sognavo da sempre di lavorare con lui e girare a Londra anziché a Parigi è stato dettato dal mio desiderio di averlo a bordo. Questa è anche la ragione per cui il personaggio che interpreta ha il suo stesso nome.

Tra le vie residenziali della Londra benestante, Anne (Olivia Colman, premio Oscar per La favorita) si reca a far visita al padre Anthony nel suo appartamento. L’uomo, ex ingegnere ottantenne, è rammaricato quando la figlia gli annuncia un prossimo trasferimento a Parigi per raggiungere l’uomo che ama, e chiede cosa ne sarà di lui. Poco dopo, sempre in casa sua, Anthony trova un uomo seduto a leggere il giornale, il quale sostiene di essere il padrone di casa e il marito di Anne. Pur vivace e a tratti ben lucido, Anthony mostra sintomi del morbo di Alzheimer, dimenticando fatti, luoghi e persone. Nel rapporto con i suoi familiari e con la giovane badante Laura, ultima di una lunga serie, la vita di Anthony prosegue per frammenti confusi che la sua mente non riesce più a ricomporre, i ricordi si confondono con il presente. A quanto della sua identità e del suo passato l’ottantenne può aggrapparsi?

Prendete un quadro di Picasso, dividetelo in tanti piccoli pezzi, togliete qualche frammento, rimescolateli e poi cercate di ricomporre la figura originale come in un puzzle. Verrà fuori un insieme un po’ diverso: percezioni viste con gli occhi di una persona che, a causa di una demenza senile, tende ad aggrovigliare, rimescolare e sovrapporre i contesti, le persone, i ricordi, gli eventi.

Anthony ha alcune manie compulsive, come quella di nascondere l’orologio in luoghi che poi dimentica. La fissazione sull’orologio è significativa, in realtà la percezione del tempo si sta sgretolando, tende a sovrapporre il prima e il dopo, i luoghi, mescola gli eventi come fossero un mazzo di carte, rimodella la realtà sulla base dei suoi desideri e timori. Rifiuta l’aiuto di ogni badante che pensa vogliano sottrargli gli oggetti di valore; perseguitato da Paul, ex marito della figlia. Una figlia morta in un incidente continua a vivere nella mente dell’anziano, confonde il proprio appartamento con quello di Anne, rivendica un’autonomia di pensiero e di decisione che viene azzerata dalla sua condizione.
Ma non è solo il tempo a sgretolarsi, anche lo stato emotivo di Anthony subisce brusche variazioni e oscillazioni ampie: dall’arroganza all’aggressività persecutoria, dall’affabilità all’invettiva, dalla fragilità al pianto. Un misto di dolore, premura, rassegnazione, impotenza, delicatezza.

Come accade in teatro, il regista chiede allo spettatore di far parte della storia, restando sempre vicino ai personaggi. Propone il rovesciamento della prospettiva, trascinando il pubblico dentro la mente fallace del suo protagonista invece di osservarne le conseguenze e il deterioramento dall’esterno. Lascia spazio a situazioni e informazioni confusionarie, personaggi improvvisamente interpretati da nuovi attori, un generale rifiuto della progressione narrativa comunemente intesa. Senza spiegazioni, utilizzando la scena come orizzonte invece della storia.

Una pellicola che ti tiene aggrappato allo schermo, lascianadoti con mille interrogativi senza risposta, trascinandoti in un vortice in cui il tempo, per come noi lo interpretiamo, non esiste: presente e futuro non sono altro che dimensioni parallele del presente.

Titolo: The Father – nulla è come sembra
Regia: Florian Zeller
Cast: Anthony Hopkins, Olivia Colman, Imogen Poots, Rufus Sewell
Uscita: 2020 (Gran Bretagna); maggio 2021 (versione italiana)
Durata: 97 minuti

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