Un solo paradiso

di Giorgio Fontana

E poi scopri che esistono i cuori che hanno l’inconfondibile forza di battere in una sola direzione. È come se fossero regolati e modellati in modo irreversibile. Appaiono come esseri perfetti che vivono e si muovono verso “un solo paradiso”.

Nel suo nuovo romanzo, Giorgio Fontana, ci racconta una storia sublime in cui la totale dedizione verso un grande amore, mostra tutta la potenza del più nobile dei sentimenti umani. Due vecchi amici si ritrovano casualmente in un bar di Milano. Non si vedono da anni e si approcciano quasi con difficoltà, con immotivata timidezza. Sarà Alessio a rompere gli indugi e a srotolare parole come fosse un fiume in piena bisognoso di uno sfogo naturale. Aveva vissuto un grande amore con Martina; un amore pieno e totalizzante. Con Martina aveva capito che il “dolceamaro contentarsi” era come corteggiare e sfiorare il nulla. E loro erano andati avanti, ben oltre l’ordinario, scontato scorrere di una vita monotona avara di sussulti. Guardando il mondo circostante, Alessio aveva capito, grazie a Martina, che pur vivendo tra una moltitudine di affogati, poteva elevarsi ed emergere nella lieta ingiustizia del sopravvissuto.

Giorgio Fontana ha una scrittura agile e leggera. Si sofferma puntualmente sui caratteri dei singoli protagonisti, una costante e approfondita analisi del loro essere interiore. Il romanzo si fa leggere molto bene, con scorrevolezza e senza soste.

Tra i due protagonisti, sempre nel racconto “fiume” di Alessio, si crea una storia di tale intensità da rendere oscurato e scarsamente percettibile lo scorrere della vita intorno. Ci sono gli abbracci, le carezze, i desideri mai sopiti, le intese, la reciproca complicità. Martina proviene, però, da una vecchia e triste storia. Ha sofferto. Ha subito un ragazzo, forse non ne è mai uscita. Ha bisogno dei suoi spazi e dei suoi momenti. Vuole e deve respirare. Inevitabilmente, a tratti, si allontana. Alessio subisce e soffre. In qualche modo si sente e si rende inerme, fino a vivere nell’attesa della pienezza del tempo ritrovato che torna e ritorna come un ciclo dettato da un destino non più dominabile e, ormai, sfuggente.

Alessio si scopre geloso nella sua “non gelosia”; vorrebbe ma non può. Cerca di muoversi nella strada dei ritorni; nei luoghi di un’infanzia ormai dimenticata sotto la polvere degli anni. Torna a casa dopo tanto tempo. La quiete del paese e il meraviglioso scenario riscoperto tra le montagne amiche, riusciranno solo a placare un animo, quello di Alessio, ormai alla deriva. La storia con Martina è finita fondamentalmente senza un “perché”. È finita e basta. Le gioie saranno dimenticate, i sani e continui stupori che avevano reso la vita frizzante non ci saranno più. In una caotica ma indifferente Milano, Alessio sarà sempre più solo nella sua solitudine umana.

Nella disperazione dell’abbandono e di un amore finito, riuscirà a trovare riparo rifugiandosi negli eccessi dell’alcol e negli abusi di farmaci. Si può essere complici della propria distruzione fisica. Si può devastare la propria anima rifiutando la vita e quel tempo, a noi riservato, che corrono via senza la speranza del ritorno. Alessio scoprirà sulla sua pelle che si può sopravvivere a tanti inferni e non a un solo paradiso.

Attraverso il piacere del viaggio e dell’avventura, in un ultimo disperato tentativo, cercherà di distrarre il cuore per dargli quei nuovi sussulti tali da compensare il dolore vissuto. Una sorta di cura dell’anima con il solo scopo di dimenticare. Nulla, nemmeno una nuova improbabile storia d’amore, riuscì a salvarlo.

Alla fine Alessio si arrese. Si può svanire nel nulla? Pensare a un addio totale? Si può essere saggi al pensiero di dissolversi? È ciò che racconta Fontana in un incalzante finale che ha il sapore del mistero. Un’uscita bella ed enigmatica che suscita la fantasia del lettore nel cercare e capire i perché, le conseguenze, ciò che è stato e che sarà.

Ciò che ci dona l’autore è una bellissima storia ricca di pathos. Forse Alessio era troppo puro per vivere in un tempo, come quello attuale, piuttosto brusco e violento per uno spirito delicato e rigoroso come il suo. Si può amare fino a distruggersi del tutto? In fondo, anche i paradisi, per quanto belli, possono svanire nel nulla.

Un romanzo decisamente emotivo che non potrà lasciare indifferente il lettore.

Giorgio Fontana è nato a Saronno nel 1981 e vive a Milano. Ha pubblicato diversi romanzi, un saggio su berlusconismo e identità italiana, e un reportage narrativo sugli immigrati a Milano. Vince il Premio Campiello 2014 con il romanzo “Morte di un uomo felice”. Fontana è stato tra i condirettori del pamphlet letterario Eleanore Rigby e ha pubblicato alcuni articoli e interventi su diverse testate italiane e straniere (Il Manifesto, Corriere della Sera, Pagina99, Internazionale.it, Opendemocracy, Doppiozero, Berfrois, lo Straniero, minima&moralia, ecc.). Dopo diversi anni, Fontana è tornato a fare il freelance. Sceneggia anche storie per fumetti insegna scrittura alla NABA e alla Scuola Holden.

Titolo: Un solo paradiso
Autore: Giorgio Fontana
Editore: Sellerio
Pubblicazione: 2016
pag.: 194
Costo: € 14,00

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