Vedere un mondo in un granello di sabbia e un cielo in un fiore selvatico,
tenere l’infinito nel cavo della mano e l’eternità in un’ora
(William Blake, Canti dell’innocenza e dell’esperienza)
Nato a Londra nel 1757 e qui morto nel 1827. In questa poesia riesce a trasferire le sue emozioni e il suo amore, la sua spiritualità nelle cose di ogni giorno e lo fa con una tale unicità che non riesci più ad avvicinarti a ciò che la natura offre con occhi sfuggenti e superficiali. Senti tra le dita i granelli di sabbia e senti la Vita che scorre in loro, lasci che il tempo si rallenti scorrendo anch’esso piano, quasi a rallentare il respiro per ascoltare le parole che sa dire. Tutto si ferma attonito per mettere un dialogo tra te e ciò che guardi, tra te e ciò che tocchi.
Tra questi versi ritrovi l’innocenza di un bambino che resta fermo con la sabbia tra le dita, con il cielo in un fiore selvatico ed è tutto lì: il suo mondo, il suo tempo, la sua pace, la sua eternità.
Versi che commuovono l’anima che insegnano a stare, semplicemente.