Alice amava il mare, le onde e tutto ciò che nel mare viveva. Era per lei un amore così grande, che desiderava avere le pinne per poter vivere per sempre tra quelle amate acque. Ogni sera si guardava allo specchio per vedere se qualche piccola pinna stesse spuntando, ma non accadeva nulla. Una mattina chiese ad un ragazzo, figlio di pescatori, come si poteva diventare un pesce, il ragazzo le disse che era facile, facilissimo: si tuffò ed al suo posto arrivò un delfino che giocò con Alice. La bambina era molto felice. Dopo un po’ riapparve il ragazzo sorridente e simpatico: le aveva dimostrato che essere un pesce era facile.
Alice si tuffò e desiderò essere una stella marina, ma cadde dentro una conchiglia da cui non riusciva ad uscire e restò quieta ad ascoltare la pace che regnava in quello spazio. Era finalmente in fondo al mare, tra le onde, tra i suoni che amava tanto ed aveva voglia di restare lì tra quel silenzio caro, per sempre. Poi… le venne in mente la sua mamma ed il suo papà, restando ferma lì non li avrebbe rivisti e sapeva che l’aspettavano e che l’amavano ed aveva ancora tanto bisogno di sapere che una casa accogliente l’aspettava. La conchiglia non sembrava più un posto dove stare serena, si sa, ogni cosa si lascia andare a suo tempo. Ora Alice aveva forte cuore il desiderio di tornare dalla mamma e dal papà e di sentirsi bimba amata.
Mi piace questa piccola favola, mi fa riflettere, mi fa pensare a cosa mi riporterebbe a casa se, io come Alice, avessi la possibilità di restare in fondo al mare. Penso a ciò che amo e alle persone che hanno un significato per me e penso che a volte il silenzio e la solitudine sono mezzi di riflessione ed altre volte sono mezzi di fuga al di là della conoscenza.
Lancio una domanda: e voi per quale motivo avreste gioia nel tornare a casa? Nel ritrovare ciò che di bello avete costruito?
Non è poi una domanda così banale. Un sorriso a voi amici.
